mercoledì 7 novembre 2012

“Ladri di loro stessi” Blues


Ho incontrato Jesse James, lui si che era un bandito.
Aveva due pistole nella cintola, erano d’argento
 e puzzava di zolfo a un miglio di distanza.
Lui rubava per sé e rischiava la vita ogni giorno.
Non era uno stinco di santo, era un bandito.
Montava a cavallo, rubava, sparava e spariva all'orizzonte.
Questi qui non spariscono mai, rubano e stanno lì.
Rubano senza pistole, senza rischio, rubano stando seduti.
Eh si! Baby sono dei gran farabutti, già Baby
Lo sai come fanno?  Rubano a se stessi. Oh! Yeeeeeee!
Mi dici, ma impossibile!
Già baby, sembra impossibile, ma è così qui da noi in Italy.
Rubano al loro Paese, rubano pescando nelle loro tasche.
Lo sai che fanno baby, si costruiscono casette e comprano
appartamenti costruiti sulla terra che hanno derubato, la loro Terra.
Jasse James era un bandito, lui si che era un bandito.
Gli portarono via la terra e s’incavolò,
così impugnò la pistola e incominciò a sparare.
Sparava e scappava, rubava e correva via come un fulmine.
Oh Baby, giù da noi in Italy, i “ladri di loro stessi” non scappano mai.
Pensa baby, alcuni fanno gli uomini politici, oh! Baby, oh! My God
Pensa baby, alcuni fanno gli amministratori delegati, oh! Baby oh! My God.
Pensa baby, alcuni fanno gli amministratori pubblici, oh! Baby, oh! My God
Dillo a tua mamma baby, quando torni a Chicago.
Raccontale la storia dei “ladri di loro stessi”
Quelli laggiù, che vivono in Italy.

Nessun commento:

Posta un commento