sabato 9 febbraio 2013

Lettera a un'amica

Cara Sandra,

ho portato avanti sino a pochi giorni fa l’ipotesi di “Votosilenzioso”, poi rileggendo “Le tecniche della nonviolenza” di Aldo Capitini, mi sono accorto che ho molto da apprendere. Tra le altre cose ritengo, che i miei scritti su Facebook, sul blog “Votosilenzioso” e Twitter, siano stati un’illecita violazione unilaterale, come sosteneva Socrate, che entro i miei limiti, ha mirato a persuadere sulla giustezza di un’ipotesi. In realtà dovrebbe essere il dialogo, una delle tecniche della Nonviolenza, che presuppone una reciproca disponibilità a lasciarsi convincere dall'interlocutore, il metodo da impostare e seguire per raggiungere un risultato positivo e innovativo. In questi momenti, sono e siamo molto lontani dal poter applicare questo esercizio.
Detto questo, penso che il nostro Paese stia andando diritto verso il baratro, nessuno dei pretenziosi candidati ha lo spessore per sostenere la situazione e ancor di meno le capacità per invertire la rotta. Siamo un Paese provinciale dove le menzogne contano di più della verità, anzi la gente non la vuole proprio sentire e vedere.
Sono ancora convinto che il sistema debba essere ribaltato e che la via sia quella della “Disobbedienza”. C’è un piccolo gruppo di persone che la pensano come me, ma sono pochi, con opinioni diverse e dispersi. Insomma è troppo presto per sviluppare un’azione condivisa e propositiva, però succederà, prima o poi.
Cosa farò, devo pensarci, ma forse sarò costretto a rinunciare all'astensione, perché questa ha senso per me, solo se è azione di massa, così rischia di confondersi con il “non voto qualunquista”.
A presto.

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